Peace Ribbon – Essere partecipi del «Nastro della pace»

Salaam – la pace sia con voi! È con questo saluto che inizieremo la celebrazione della GMP Palestina ma siamo sollecitate da subito a riflettere sul tema della liturgia: «…con il vincolo della pace».

L’attacco nucleare al Giappone nel 1945 segnò profondamente l’americana Justine Merritt, che nel 1975 decise di impegnarsi a favore della pace e della protezione di tutti gli esseri viventi. Voleva contrastare l’impotenza di fronte alle molteplici minacce al nostro pianeta con qualcosa di concreto e positivo. Nel 1982, all’apice della guerra fredda, quando troppe armi nucleari furono pronte per l’uso, Justine Merritt lanciò il progetto «The Ribbon». Sognando un segno visibile, immaginò di avvolgere il Pentagono con un nastro continuo, illustrato con messaggi di pace e opere d’arte, per esprimere quanto preziosa è la vita e quanto insensata una guerra atomica. Il nastro doveva essere composto di pannelli di tessuto, su ciascuno dei quali sarebbero state illustrate le speranze e le preoccupazioni delle creatrici per la nostra terra. Insomma, la visione di una donna sola ha ispirato decine di migliaia di persone di ogni età, tradizione religiosa e provenienza a realizzare liberamente la propria opera su stoffa della misura di 90 cm x 45 cm; i manufatti sono poi stati legati in sequenza.

Il «Nastro della pace» è associato alla Giornata mondiale di preghiera dal 1986 quando, in occasione della celebrazione del centenario a New York, tutte le 157 partecipanti provenienti da 79 Paesi di tutto il mondo hanno ricevuto un pannello singolo, parte dell’intero Peace Ribbon americano, lungo 30 km.

Desideriamo dare nuova vita a questo segno significativo di immagini sulla pace legate l’una all’altra: sarà come un sogno quando il nastro della pace sarà tanto lungo da avvolgere il mondo intero. In quanto parte della rete mondiale ecumenica della Giornata mondiale di preghiera vogliamo crederci e impegnarci in questo senso.

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